Inhuman After All

06 maggio, 2006

Ritorni


5 anni di attesa [dal 2001,anno di "Lateralus"], un'attesa mista a un pizzico di paura per la crescente presenza del progetto A Perfect Circle, diventato punto di riferimento dell'Heavy Rock made in Usa dopo essere partito come side project di Maynard James Keenan, che sembrava aver messo in ombra i Tool per dedicarsi anima e cuore al "cerchio perfetto".
E invece gli APC vengono temporaneamente congelati e Maynard torna dai suoi vecchi compagni d'avventura per lavorare sul successore di "Lateralus".
Compito ingrato..."Lateralus" è stato un capolavoro che ha segnato un cambio stilistico nella musica dei Tool, un lavoro più completo,criptico, meno accessibile del pur grandioso "Aenima".

"10000 Days"
continua il discorso stilistico di "Lateralus" e lo completa,
come appunto un "cerchio perfetto" che si chiude
ma il tutto sembra più esasperato, in una naturale tendenza all'estremo,
in cui si enfatizzano le loro peculiarità compositive...
Come nei 17 minuti di Wings for Marie pt.1 e di 10,000 Days [wings pt.2],
tracce distinte ma unico viaggio onirico tra frustazione,soffocamento e libertà,un riassunto perfetto per descrivere la storia della madre di Keenan, semi-paralizzata dopo un ictus da 27anni [10000 Days...?] e morta proprio durante la preparazione dell'album,
come un uccello con le ali ferite che rinizia a volare.
Il singolo Vicarious è il classico pezzo "alla Tool", potenza,cambi di tempo e accelerazioni tribali in chiusura...stesso schema di "Schism" ma dal ritmo più serrato.
Il pezzo che finora preferisco è Jambi,
che suona come se i King Crimson [padri spirituali dei nostri]
fossero nati nei giorni nostri. E quanto adoro quell'assolo con vocoder...

Lipan Conjuring e Lost Keys sono due cupi intermezzi
che ci portano alla seconda parte di "10000 Days".
Agli 11 minuti di Rosetta Stoned,
ottimo pezzo ma leggermente sotto tono rispetto al livello dell'album,
note che s'intrecciano nevrotiche, cambi di tempo e tribalità da evocazione di spiriti,
ripresa nella successiva Intension e nell'inizio di Right in Two...
un'evocazione che esplode poco al di la del 5°minuto,
proiettandoci in un'orgia di demoni [quelli di Maynard?],
ingestibile, che satura l'ambiente per una catarsi dell'anima
che trova espressione nei 3 minuti di rumorismo semisperimentale di Viginti Trees,
brano di chiusura dell'album.

E quella sensazione di silenzio rumoroso e pesante
dopo che le tue casse non emanano più un sibilo la dice lunga...
più che un album [intesa come accozzaglia di canzoni] qui si tratta di un'opera rock,
di un percorso che inizia al primo secondo e termina all'ultimo,
lasciando l'ascoltatore spiazzato e disorientato.
Una parola anche per l'artwork, come sempre curatissimo e particolare,
che questa volta mi ricorda le illusioni ottiche di Escher...
qui ad esempio i tanti occhi danno vita a tanti volti.

grazie a dio che esistono i Tool. [9.1/10]


Tool - Jambi [Live@Coachella Festival]


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2 Comments:

  • a proposito di numeri...

    stiamo aspettando con ansia il giro di boa che avverrà esattamente la notte del 21/06/2006...
    "Ascesa verso la gloria con Schism"
    Sarà la fine...
    Preparate non fiori ma opere di bene...

    By Anonymous Anonimo, at 8/5/06 13:28  

  • ahahah la catarsi definitiva...con fasci di luce che partono dal cielo e t'innalzano dal suono. tipo astronave dei marziani dei simpson

    By Blogger TheBlackSheep, at 8/5/06 17:57  

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